Cosa cambia tra permesso e ferie?
La differenza tra ferie e permessi
La prima differenza che dovresti conoscere è che mentre le ferie sono un periodo di astensione dal lavoro obbligatorio, i permessi possono anche non essere richiesti dal lavoratore. Devi porre massima attenzione soprattutto alle ferie e permessi non goduti.
In generale, ogni tuo dipendente con contratto full time ha diritto a 4 settimane di riposo l'anno, 2 delle quali da godere in maniera continuata. 4 settimane sono l'equivalente di 26 giorni, i quali corrispondono a 2.16 giorni di ferie maturati in un mese per ogni lavoratore.
Ricordiamo che stiamo parlando dei Rol, quindi di permessi retribuiti al 100%. Ciò significa che quando goduti il lavoratore avrà comunque diritto alla piena retribuzione in busta paga, mentre se non sfruttati verranno conteggiati come se fossero una giornata di lavoro in più.
Chi decide il piano ferie? Al datore di lavoro, ai sensi dell'art. 2109 del c.c., spetta il potere di stabilire il momento di godimento delle ferie, valutando in concreto le esigenze dell'impresa e gli interessi del lavoratore.
Matrimonio, lutto o donazione di sangue sono fra le motivazioni per cui è possibile richiedere un permesso retribuito. Può capitare che, per diverse ragioni, il lavoratore abbia bisogno di assentarsi dal lavoro. Per queste assenze, in alcuni casi, è possibile chiedere un permesso retribuito.
Il calcolo delle ferie è tutelato dalla legge e prevede che un lavoratore dipendente abbia diritto a un minimo di 26 giorni, equivalenti a quattro settimane di lavoro, di cui la persona assunta dell'azienda può usufruire se ha svolto la propria attività lavorativa per un anno, salvo permessi annoverati o meno.
Nella parte bassa della busta paga le ferie e i permessi possono essere riportati direttamente in giorni o a ore. In quest'ultimo caso, per capire quanti giorni di ferie o permessi si sono accumulati, bisogna dividere l'importo delle ore per l'orario medio giornaliero svolto dal lavoratore.
Il totale dei permessi retribuiti (ROL) e delle ex festività sono pari a 104 ore annue nel caso di aziende con più di 15 dipendenti. Ciò significa che in busta paga il lavoratore deve maturare 8,66 ore al mese di permessi retribuiti.
Le ferie residue non si perdono, quindi restano a disposizione del dipendente. Per l'INPS tuttavia è come se queste fossero state utilizzate, quindi al datore di lavoro spetta l'obbligo di versare i contributi previsti.
I dipendenti con stipendio fisso mensile non subiscono alcuna riduzione di retribuzione per i periodi di assenza per ferie; I lavoratori retribuiti ad ore ricevono un compenso per i periodi di ferie, ottenuto moltiplicando la paga oraria per le ore di ferie fruite.
Come funzionano i permessi di lavoro?
I permessi retribuiti sono dei periodi di tempo variabili, diversi dalle ferie e dai riposi settimanali, in cui il lavoratore ha diritto di assentarsi dal lavoro mantenendo la retribuzione ordinaria e il diritto a maturare l'anzianità di servizio e le ferie lavorative.
Per le ore di assenza a titolo di permessi ROL spetta la stessa retribuzione dei periodi in cui il dipendente svolge regolarmente l'attività lavorativa. Prendiamo il caso di un lavoratore cui spetta una retribuzione lorda oraria pari a 8,70 euro.
I permessi non fruiti entro il 31 dicembre confluiscono in una sorta di banca dati del lavoratore: da qui, esso potrà attingere le ore di permesso non godute per un periodo massimo di 24 mesi.
Esempi di diversi CCNL
Il CCNL Metalmeccanica – Industria stabilisce un limite massimo di 72 ore (sei ore mensili) di permessi ROL all'anno, a eccezione del settore siderurgico che di ore ne prevede 92 (all'incirca 7,65 ore al mese).
Le ferie che spettano ogni anno al lavoratore dipendente sono per legge 4 settimane, generalmente corrispondenti a 26 giornate lavorative, anche se i contratti collettivi di settore possono aggiungere giorni di ferie o prevedere quantità maggiori in alcuni casi, per esempio con l'aumentare dell'anzianità.
Secondo questa sentenza, quindi, la risposta al quesito: "il datore di lavoro può negarmi il permesso che ho richiesto?" è molto chiara: se chiedi un permesso, il datore di lavoro non può negarlo, anche nel caso siano presenti eventuali problemi organizzativi dell'azienda.
Il primo comma dell'art. 32 del CCNL – Funzioni Centrali dispone che “A ciascun dipendente possono essere concesse, a domanda, compatibilmente con le esigenze di servizio, 18 ore di permesso retribuito nell'anno, per particolari motivi personali e familiari.”
- Permessi di lavoro per lutto.
- Permesso di lavoro per gravi motivi familiari.
- Permesso di lavoro per la donazione di sangue.
- Permesso di lavoro per la donazione di midollo osseo.
- Permessi di lavoro della Legge 104.
- Permessi di lavoro per congedo matrimoniale.
Questo prevede: Permessi ROL in misura pari a 56 ore annue per le aziende fino a 15 dipendenti elevati a 72 ore annue per le realtà con un numero di dipendenti superiore a 15; Permessi ex-festività in misura pari a 32 ore annue.
permessi orari retribuiti rapportati all'orario giornaliero di lavoro: 2 ore al giorno in caso di orario lavorativo pari o superiore a 6 ore, un'ora in caso di orario lavorativo inferiore a 6 ore.
Quanto valgono 10 giorni di ferie?
Una volta ottenuto il valore di un giorno di ferie, per sapere quanto spetta al lavoratore che non ha goduto delle stesse, si moltiplica tale valore per il numero di ferie non godute. Se per esempio il lavoratore ha accumulato dieci giorni di ferie, esse valgono 60 * 10 = 600 euro in tutto.
Per sapere quanti sono i giorni di ferie maturati ogni mese basta fare un veloce calcolo sulle ferie che spettano ai lavoratori a tempo indeterminato ogni anno, che sono un totale di 26 giorni. Per fare il calcolo dividiamo i 26 giorni di ferie annuali per 1/12 ed otteniamo la cifra di 2,16 giorni di ferie al mese.
Le ferie non godute sono quel periodo di riposo del quale si ritarda la fruizione e si sfora l'anno di maturazione, entrando nell'anno successivo. Delle ferie non utilizzate quindi ne possiamo usufruire fino a 18 mesi successivi all'anno di maturazione.
Nessuna norma indica con esattezza quante ferie non maturate si possano anticipare. È rimesso al datore di lavoro acconsentire o negare la richiesta del dipendente ed eventualmente concedere un numero inferiore dei giorni richiesti.
Con il termine “permessi” indichiamo quei permessi retribuiti che servono al dipendente per recuperare le energie. Sono calcolati ad ore e non a giorni, come invece le ferie, e vengono stabiliti e disciplinati dai CCNL (contratti nazionali di lavoro collettivo).
I periodi compresi nel contratto di lavoro in cui non maturano le ferie sono i seguenti: periodi di sospensione dal lavoro per sciopero; periodi di aspettativa non retribuita; periodi di congedo parentale (aspettativa post parto);
I permessi non retribuiti sono riconosciuti in numero non inferiore a otto giorni all'anno. Tale soglia minima è fissata dalla legge; i contratti collettivi possono prevedere trattamenti maggiormente favorevoli (ad esempio, il CCNL Operai Agricoli, all'art.
Il limite annuale massimo dei permessi che possono essere richiesti e di conseguenza concessi, per anno scolastico, non può superare le 36 ore. La durata del permesso non può superare la metà dell'orario giornaliero ovvero 3 ore.
I permessi retribuiti sono quei giorni di assenza dal lavoro imputabili a eventi particolari per i quali è prevista la corresponsione della normale retribuzione.
permessi orari retribuiti rapportati all'orario giornaliero di lavoro: 2 ore al giorno in caso di orario lavorativo pari o superiore a 6 ore, un'ora in caso di orario lavorativo inferiore a 6 ore.
Cosa succede se vado in ferie senza permesso?
La fruizione di ferie deve, pertanto, essere preventivamente autorizzata e, in mancanza di autorizzazione, è idonea a configurare un'assenza ingiustificata e, ove si protragga per un certo numero di giorni, costituire giusta causa o giustificato motivo soggettivo di licenziamento.
I permessi retribuiti sono periodi di tempo duranti i quali al lavoratore è concesso, per particolari circostanze, di assentarsi dal lavoro senza perdere la retribuzione.
I permessi di lavoro sono un diritto importantissimo previsto dalla legge e che permette ai dipendenti di poter assentarsi in alcuni casi particolari in base alla situazione o alla propria anzianità di servizio.
Per le ore di assenza a titolo di permessi ROL spetta la stessa retribuzione dei periodi in cui il dipendente svolge regolarmente l'attività lavorativa. Prendiamo il caso di un lavoratore cui spetta una retribuzione lorda oraria pari a 8,70 euro.
Se quindi il CCNL di riferimento stabilisce 26 giorni di riposo all'anno, questi corrispondono a 2,166 per ogni mese (26 giorni diviso i 12 mesi). Come abbiamo visto in precedenza poi, questo rateo può aumentare in base al contratto collettivo sottoscritto dal lavoratore.
Il valore di un giorno di ferie quindi, si ottiene dividendo retribuzione lorda per il numero di giorni di lavoro mensili. Quindi se la retribuzione lorda mensile è pari a 500 euro e i giorni al mese lavorati sono 15, allora un giorno di ferie vale 33,33 euro (500 : 15).
Qualunque sia la causa del licenziamento del dipendente, gli dovremo pagare le ferie non godute. Quindi gli verrà pagato l'equivalente di 1,8 giorni lavorativi per mese lavorato (o 2,5 se si parla di giorni naturali).
Il datore di lavoro è tenuto al pagamento in busta paga dei ROL non goduti dal lavoratore, se non goduti entro i termini previsti dal CCNL di riferimento. Questi termini sono solitamente di 12 o 24 mesi, trascorsi i quali i permessi non goduti non vengono persi ma liquidati in busta paga.
Trattandosi, come spiegato in precedenza, di Rol, si parla di retribuzioni al 100%: il lavoratore avrà quindi diritto a vedere riconosciute appieno le ore di permesso, esattamente come se si trattasse di ore lavorative da aggiungere alla busta paga in cui verranno liquidate.
permesso per atti di particolare valore civile: durata 2 anni; permesso per volontariato: durata di norma 1 anno o al massimo 18 mesi ; permesso per ricerca scientifica: durata pari a quella del programma di ricerca; permesso per residenza elettiva: durata massimo 2 anni.
Quali sono i permessi retribuiti?
In base a tale disciplina, il dipendente ha diritto a permessi retribuiti per i seguenti motivi: a) lutto; b) matrimonio; c) partecipazione a concorsi o esami; d) particolari motivi personali o familiari.
Se il contratto di lavoro stipulato dal lavoratore straniero è a tempo indeterminato il permesso avrà durata di due anni, se il contratto di lavoro è invece a tempo determinato, il permesso di soggiorno sarà di un anno.